mercoledì 19 marzo 2014

Gāyatrī Mantra







Om bhūr Bhuah swah, tat savitur varenya, 
bhargo devasya dhīmahi, dhiyo yo nah prachodayāt.


Gāyatrī (devanāgarī गायत्री) è un termine femminile sanscrito che indica un antico metro composto da ventiquattro sillabe disposte secondo una terzina di otto sillabe ciascuna.
Con tale metro furono composti numerosi inni (gāyatrá sostantivo neutro) del Ṛgveda fra i quali il più sacro, principale e diffusamente recitato[1] come mantra è indicato con lo stesso nome, gāyatrī, o anche come sāvitrī perché dedicato a Savitṛ (Vivificante) il deva del Sole:
(SA)
« tat saviturvareṇyaṃ
bhargho devasya dhīmahi
dhiyo yo naḥ pracodayāt »
(IT)
« Meditiamo sullo splendore eccelso del divino Sole (Vivificante), possa Egli illuminare le nostre menti »
(Ṛgveda III,62,10)

Questo è il mantra più importante degli inni vedici, recitato durante il sorgere e il tramontare del sole[2].
Esso viene recitato anche durante le libagioni del burro semifuso (gḥrta) versato nel fuoco.
La pronuncia del gāyatrī mantra era severamente proibita ai componenti delle caste inferiori e alle donne di qualsiasi casta.
Esso fu ritenuto superiore, nel periodo post-vedico, allo stesso sacrificio:

(SA)
« vidhiyajñāj japayajño viśiṣṭo daśabhir guṇaiḥ upāṁśuḥ syāt-śataguṇaḥ sāhasro mānasaḥ smṛtaḥ »
(IT)
« Un sacrificio che consiste nel recitare [la sillaba Oṃ e il verso in onore di Savitṛ] è dieci volte migliore di un sacrificio regolare; se mormorato è cento volte migliore; è se è [recitato] solo con la mente è tradizionalmente considerato mille [volte migliore] »
(Manusmṛti, II,85)
Questo mantra, molto popolare, secondo la tradizione, è la "madre dei Veda", è per molti hindu preghiera quotidiana, la quale, tuttavia, non si rivolge a una divinità personale, ma è rivolta al sole come una rappresentazione visiva dell'Altissimo. 
Oltre alle lodi, contiene la preghiera per l'illuminazione spirituale. 
Savitri è l'origine di tutto l'universo e l'inizio di tutti gli esseri e nelle Upanishad viene identificato in più punti come l'Atman, il sé interiore dell'uomo. 
Se in precedenza era consentita solo ai credenti di caste superiori recitare il mantra, oggi viene recitato dalla maggioranza degli indù, per lo più in forma di cantata. È invece un dovere speciale per i membri della casta dei bramini, dove i ragazzi vengono iniziati con il rito Upanayana, il rito di passaggio tra il sesto e il dodicesimo anno, dove vengono introdotti ufficialmente al mantra speciale. Dopodiché verrà recitata quotidianamente all'alba, a mezzogiorno e al tramonto. 
La Gayatri non devrebbe solo promuovere speciali forze spirituali, ma anche eliminare le impurità spirituali. 
Il mantra Gayatri è composto da una riga della Yajur Veda e il versetto 3,62,10 del Rig Veda. Oltre che nei Veda, si trova anche in molte altre scritture indù, le Upanishad e la Bhagavad Gita, così come nella letteratura successiva; sono numerosi riferimenti alla santità e il significato mistico del mantra Gayatri. 

"La Gayatri è tutto il Sé esistente. 
Gayatri è la parola, tutto il Sé esistente che canta (Gaya-ti) e protegge (Traya-te) tutto ciò che esiste". 

(Chandogya Up. III.12.1.-6) 

Nella Bhagavad Gita (10:35) Krishna lo identifica come il più alto mantra: "... Tra i mantra sono Gayatri ..." Autore di queste ventiquattro sillabe del mantra Gayatri potrebbe essere il veggente Vishwamitra, come è scritto nei Purana, è stato il primo dei ventiquattro Rishi che avevano perfettamente compreso il significato del mantra. 
Nel corso del tempo, il mantra è stato personalizzato come incarnazione personale della dea Gayatri, moglie del dio creatore Brahma.
Gayatri, La Grande Madre
.l Gayatri è considerato uno dei mantra più prodigiosi per ottenere la realizzazione del Sé. Infatti esso è ancora più potente della meditazione, poiché la divinità invocata dal canto appare come una visione di grande bellezza spirituale che risveglia le potenzialità divine latenti nel praticante. 

Gayatri è una divinità femminile con cinque volti e dieci braccia. Essa è l’energia primordiale, causa prima di tutto ciò che è presente nel cosmo; è la suprema coscienza-trascendenza che ha dato nascita ai tre Guna, i tre principi fondamentali che reggono le leggi dell’Universo: satva, rajas e tamas. Il primo si identifica con Vishnu, il secondo con Brahma e il terzo con Shiva. Gayatri veniva adorata dalle divinità come la Grande Madre.

La leggenda racconta che quando i tre erano ancora fanciulli, Gayatri Devi li mise nella culla dello spazio, Akasha, che era sospesa dalle quattro catene della Sapienza (i quattro Veda) e cantò loro il Sacro Mantra OM per farli addormentare. Dopo di che, avendo visto che i tre figli, posseduti dai tre Guna, stavano dormendo, scomparve. Passò molto tempo, i tre fanciulli si svegliarono, e non vedendo la madre, si misero a piangere. Crebbero e vagarono nel vuoto dello spazio posseduti dai tre Guna e si prefissero lo scopo di ritrovare la Madre. Per fare ciò, si sedettero in meditazione, per lunghi anni e il fuoco della loro austerità cominciò a divampare nell’intero universo. Allora la madre, colta da grande compassione, mise in atto “lila” e decise di apparire loro innanzi e, benché la Sua visione fosse onnipervadente, si manifestò nella Sua forma individuata. Quando i tre dei la videro, furono abbagliati dal Suo fulgore: essa indossava un abito rosso e ghirlande di fiori ornavano il suo collo, il viso splendeva come la luna piena, aveva tre occhi e, al centro della fronte, un punto rosso vermiglio. Le sue molteplici braccia reggevano le armi celesti come il fiore di loto, la sacra conchiglia, un teschio bianco, una corda e altre ancora. Portava bracciali e cavigliere e anelli e gioielli splendenti e vari ornamenti: venne incontro ai suoi figli correndo. Li accolse tra le sue braccia e disse loro: “Oh! Figli Divini, avrei dovuto correre a voi molto tempo addietro, ma volevo che voi guadagnaste il potere della creazione, Preservazione e Dissoluzione attraverso l’austerità, affinché le anime che prendono parte al gioco divino nel Cosmo (Lila), potessero vedere gli ideali celati dietro l’austerità e ne prendessero esempio. Io ero con voi, però non ero visibile poiché abito nel regno della trascendenza. Ora mi compiaccio e vi conferisco il triplice potere: che Brahma, attraverso le qualità di rajas (passione e attività) crei; che Vishnu attraverso le qualità di sativa (equilibrio), preservi: che Shiva attraverso la qualità di tamas (distruzione) porti la dissoluzione al termine di ogni ciclo cosmico. Rivolgetevi a me durante i momenti di dubbio e io vi sarò di guida.” Detto questo, la Madre Divina scomparve.